Uccelli, disegno di Elena Veronesi

Disegnare con le scarpe da ginnastica!

Quando la mano scopre quanto la penna stia comoda tra le sue dita, non la lascia più. Disegnare è un po’ come correre: un’azione spontanea, naturale, che può interrompersi (per un infortunio, ad esempio) ma che non si dimentica affatto. Fa parte della nostra natura.

Sin dall’antichità l’essere umano ha sentito la necessità di esprimersi visivamente, di registrare le sue esperienze e i suoi sogni su supporti che li custodissero nel tempo. Ne sono testimonianza i dipinti rupestri di Altamira in Spagna, di Lescaux in Francia e Alta in Norvegia, solo per citarne alcuni.

Sin da bambini troviamo naturale tracciare segni e forme con ogni tipo di strumento, dalla penna su di un foglio di carta al bastoncino sulla sabbia. Ma raggiunta una certa età molti di noi perdono il gusto per il disegno libero e spensierato, e sentono affiorare la paura dell’errore.

Questo avviene in genere durante il periodo scolare, quando l’espressione personale tende ad essere irregimentata dentro le regole dell’educazione artistica. A scuola ci viene chiesto che ogni nostra creazione segua un canone, in genere quello accademico, con i suoi rigori e impostazioni. Di rado viene lasciato spazio a quello che invece è il nostro stile personale.

Così, con la paura di sbagliare e di un conseguente brutto voto, perdiamo tutta la gioia di esprimerci. E cominciamo a pensare che tracciare segni sia qualcosa di difficile, per cui non siamo portati e che non vale la pena perderci tempo. Un gran peccato.

Disegnare è un atto rilassante e giocoso che ci connette con la nostra parte creativa e la rende attiva e partecipe. Per riscoprire il divertimento che si cela tra un foglio ed una penna dobbiamo dimenticare la paura di sbagliare e lasciarci andare.

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