Macchie, nuvole e draghi: ovvero l’arte di vedere quello che non c’è

In questi giorni di intensi impegni e bellissime incombenze, ho ripensato ad un gioco che facevo da bambina e che appartiene alle abitudini di molti creativi. Ecco di cosa si tratta.

Leonardo Da Vinci vedeva alberi, paesi, battaglie e tante altre immagini nelle macchie che trovava sui vecchi muri. Shakespeare vedeva draghi e altri animali nelle forme delle nuvole. Bernardone non vede niente altro che nuvole nelle nuvole e macchie nelle macchie.

Bruno Munari ("Arte come mestiere", Laterza) accenna in questo passaggio ad un gioco creativo bellissimo: individuare le immagini nascoste dietro alle forme comuni. E’ un passatempo apparentemente semplice, ma che si rivela molto stimolante, un’inestimabile fonte di nutrimento per la mente creativa.

Volete provarci? Ecco alcune immagini con le quali tentare.
Che cosa vedete?

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(Img: http://www.gettyimages.it)

4 Comments

  • Valeria
    aprile 16, 2010 3:14 pm

    Io lo chiamavo “il gioco delle nuvole”, lo facevamo da bambini.
    E’ divertente e mette in moto la fantasia in un modo incredibile.

    Sono d’accordo con te: puro nutrimento per la creatività 😉

    Ciao, Vale

  • Diego
    aprile 20, 2010 9:59 am

    Munari è sempre un grande.

  • Verox
    aprile 20, 2010 10:01 am

    @ Vale
    Anch’io l’ho sempre chiamato a quel modo, sarà perchè le nuvole sono le “macchie” più belle da decifrare :)

    @ Diego
    Sono pienamente d’accordo 😉

  • Laura
    settembre 3, 2010 4:34 pm

    Bello! Io sto facendo un progetto di illustrazione per un libro di bambini con questo gioco :-)

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