Errol Morris, regista e opinionista del New York Times, si è posto un giorno questa domanda. E per trovare una risposta ha coinvolto circa 45.000 ignari lettori del Nytimes.com.
Ecco come si è svolto l’esperimento: Morris ha incoraggiato i lettori a esaminare un passo tratto dall'inizio di Infinity, del fisico David Deutsch; il brano si riferisce all’improbabilità che la Terra venga distrutta da un asteroide. Il testo veniva presentato di volta in volta e in modo casuale con un font diverso: Computer Modern, Georgia, Helvetica, Trebuchet, Comic Sans e Baskerville. Al termine della lettura, Morris ha chiesto a ogni partecipante di dichiararsi favorevole o meno alla teoria di Deutsch esprimendo la posizione su di un questionario.
Il sondaggio è stato soltanto un pretesto per comprendere se la scelta di un font rispetto ad un altro sia in grado di influenzare il modo in cui valutiamo la verità di certe notizie. Questi i risultati: per ogni 1000 intervistati, quasi 5 persone in più si sono dimostrate concordi con l'affermazione di Deutsch quando questa era scritta in Baskerville rispetto a quando si presentava in Helvetica. Bisogna ammettere che il dato statistico non è attendibile, ma David Dunning, professore di psicologia alla Cornell che ha aiutato a preparare il test, assicura che l’Effetto Baskerville è significativo:
“It’s small, but it’s about a 1% to 2% difference — 1.5% to be exact, which may seem small but to me is rather large. You are collecting these data in an uncontrolled environment (who knows, for example just how each person’s computer is rendering each font, how large the font is, is it on an iPad or iPhone, laptop or desktop), are their kids breaking furniture in the background, etc. So to see any difference is impressive. Many online marketers would kill for a 2% advantage either in more clicks or more clicks leading to sales”.
Sarà interessante seguire il trend della ricerca per vedere se vi saranno ulteriori conferme statistiche a questa scoperta.
Per esperienza, tutti noi ci accorgiamo di quanto l’aspetto estetico di una comunicazione sia in grado di influenzarci, ancor prima di aver letto il contenuto. Basta sfogliare un quotidiano nazionale e confrontarlo con alcuni fogli gratuiti che possiamo trovare distribuiti in città: ciò che percepiamo di primo acchito, nel secondo caso, è un’apparente mancanza di professionalità, di qualità implicita che si ripercuote inevitabilmente sul valore delle notizie pubblicate. Alcuni free press sono troppo simili alle gazzette commerciali per apparire credibili fonti di informazioni.
La conclusione finale è che, indipendentemente dal font, progettare un design di qualità è il primo passo per fare un buona prima impressione.
Per approfondire potete leggere qui.
1 Comment
aledesign.it – Creative Graphic
agosto 24, 2012 2:20 pmsemplicemente INTERESSANTE la cosa..grazie!
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