Che cosa la bandiera del Giappone può insegnarci a livello di design

In questi giorni mi è capitato fra le mani uno dei libri di Bruno Munari che amo di più: “Arte come mestiere”. In questo volumetto il grande designer italiano raccoglie molte delle sue riflessioni sulla progettazione, la comunicazione visiva ed il design. Ogni pagina racchiude un insegnamento senza tempo che è possibile applicare ad una brochure come ad un sito web.
Proprio sfogliandone distrattamente alcune pagine, ho ritrovato il bel capitoletto “Il manifesto a immagine centrale”, nel quale si parla di manifesti ed impaginazione.
Munari offre questo interessante spunto:

“Esiste uno schema di manifesto al quale spesso i grafici fanno riferimento, per l’efficacia visiva, ed è la bandiera giapponese: un disco rosso in campo bianco. Perché questo schema così semplice ha molta efficacia visiva? Perché il campo bianco isola e stacca il disco da tutto ciò che lo circonda, da qualunque tipo di manifesto e perché il disco è una figura dalla quale l’occhio non si stacca facilmente. Infatti l’occhio (lo sguardo) è abituato a fuggire dalle punte, come dalla punta della freccia, per esempio.”

Ecco così riassunto da Munari che cos’è il “white space”, lo spazio vuoto attorno ad un elemento che concentra l’attenzione, focalizza lo sguardo e permette al messaggio di comunicare senza distrazioni e rumore di fondo.

Per ricreare questo schema non è necessario servirsi per forza di un fondo bianco e di un oggetto tondeggiante. Spesso basta resistere alla tentazione di dire e mostrare tutto, e preferire soltanto un piccolo dettaglio o un singolo oggetto. Ecco qualche esempio applicato al web design:

10yearsintype.com utilizza un’immagine centrale e massimizza l’attenzione grazie al bollino azzurro che attira lo sguardo.

Minimalista e centralissima l’etichetta candida di questa confezione di latte di capra progettata dal designer Dov Kroll.

Non è detto che l’unicità debba per forza essere rappresentata da un oggetto: in questo caso, a farla da padrone, è una frase. Chiara e sintetica!

2 Comments

  • Tommaso
    marzo 19, 2012 12:37 pm

    Questo fine settimana ho acquistato e letto il libro. Ma prima di un breve commento vorrei fare un passo indietro. Mi domandavo come mai in questo blog campeggi così frequentemente la scritta “Nessun Commento “ quando in situazioni comunicative diverse sei seguita da migliaia di persone? Lo spazio vuoto lasciato dagli umani, differentemente dai manifesti, andrebbe colmato.
    Quando i nostri comuni antenati, attenti a fuggire dalle punte acuminate dei denti dei predatori, utilizzavano gli arti superiori per camminare e le abitazioni erano alberi, quando conducevano una sana vita all’aperto, quel disco giallo caldo e luminoso su campo azzurro era già impresso in quel manifesto senza tempo e dimensione che abitualmente chiamiamo cielo, e lentamente modellava quello che siamo adesso.
    Scrivendo come il libro appena letto, gli elementi che compongono il tuo viso, gli occhi il naso e la bocca, sono strutturati per colpire il passante e “violentarlo”, un pugno in un occhio. Un personaggio in technicolor uscito dalla pellicola di Alfred Hitchcock. Potresti essere l’assassina ma anche la vittima, ma probabilmente sei entrambe.
    Con simpatia.

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